Il romanzo si propone l’indagine e l’osservazione di figure femminili appartenenti ad epoche storiche lontane e diverse fra loro, quella classica, quella medievale e quella contemporanea; su di tutto si impone il profilo della donna che si prefigge di narrare le loro storie, indirizzando le scene e le immagini, soffermandosi ad analizzare i loro comportamenti e a valutarne i pensieri e le azioni, adeguati agli usi e ai costumi del tempo, con la mal celata fiducia che esse possano riuscire se non a cambiare, almeno a comprendere le motivazioni che accompagnano la vita verso talune direzioni.
Ines narra le vicende delle altre donne ma non lo fa come un’autrice capricciosa che impone il suo scritto a suo piacimento ma come una compagna d’intenti o se vogliamo come una regista di emozioni che sente sue prima di ogni cosa.
Le storie del romanzo girano, si alternano in una danza di tempo e…
La mia recensione:
Ho trovato geniale il modo in cui l'autrice ha deciso di strutturare questo libro: tutto inizia con una donna che vive il mio stesso presente, in cui ho potuto facilmente riconoscermi.
Ines, la protagonista, sente pulsare dentro di sè il bisogno di raccontare la condizione femminile, ma non lo fa, banalmente, scrivendo un saggio sull'argomento, bensì dando voce alle donne del passato che sente vivere dentro di sè; così, Ines inizia a scrivere, a raccontare, dando al lettore l'impressione di aver vissuto in prima persona le epoche lontane di cui scrive (non parlo di assoluta esattezza nelle diverse connotazioni storiche, ma proprio dell'emotività trasmessa dalla voce narrante).
Se questo libro fosse stato composto soltanto dai racconti in esso contenuti, mi avrebbe lasciato molta amarezza; composto in questo modo, invece, con la storia portante che sembra sempre sul punto d'intrecciarsi ai racconti, mi ha lasciato un piacevole senso di speranza.
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