La mia recensione:
Un bellissimo libro, ho trovato la storia e la scrittura davvero originali e piacevoli. Si legge tutto d'un fiato, già dalle prime pagine si è curiosi di sapere qual'è la storia che ha portato i "due" personaggi principali ad essere contenuti in un unico corpo!
Sinossi:
La realtà come noi la conosciamo è solo un lontano ricordo. L’evoluzione umana è sempre più proiettata verso la fusione uomo-macchina. Gli androidi si sono mescolati a una società divisa a zone concentriche, radunate intorno al centro del mondo, l'Eden, che permette alla terra di continuare a esistere. La lotta per aggiudicarsi lo spicchio di onnipotenza è tra i due estremi: la Zona Uno e la Zona Sette. Verrà incaricato l'unico bio-androide esistente al fine di poter passare il White Hat da una mano all'altra: un mercenario innestato appositamente per poter riequilibrare il potere, rubandolo al Paradiso Biomeccanico per portarlo nelle ultime zone di inferno vero, ancora vivo, ancora bruciante.
Ultima recensione:
“Quando ti alzi, e leggi sul led della sveglia l’orario della mattina, guardi fuori dall’oblò, e ti rendi conto che non è veramente giorno ma siamo solo noi che decidiamo di spezzare quella eterna oscurità di nuvole dando dei numeri per classificarla…” (pag. 7) E’ con questa immagine che Aurora Domeniconi ci proietta nel terzo millennio. Le visioni che caratterizzano la realtà attuale sono ormai un vago ricordo capace di sopravvivere solo attraverso ologrammi creati ad arte. Gli stessi esseri umani, sottoposti a innesti ipertecnologici e manipolazioni genetiche, sono quasi indistinguibili dagli androidi con i quali convivono. Lo spazio vitale, riorganizzato in sette zone concentriche, ruota intorno all’Eden, un paradiso biomeccanico che permette alla terra di continuare a esistere. E’ qui che si cela il White hat, il reattore che consente il controllo assoluto sul mondo. Toccherà ad HM003, un mercenario bio-androide innestato allo scopo, rubarlo per consegnarlo ai cospiratori della Zona 7. Una distopia dal ritmo serrato che, nel rendere un tributo ai padri della letteratura cyberpunk, solleva inquietanti interrogativi sulle possibili implicazioni di un progresso tecnologico spinto al parossismo. L’evoluzione sempre più proiettata verso la fusione uomo-macchina è destinata inesorabilmente ad annientare la nostra umanità o esiste ancora una via di fuga? L’autrice, che pur immagina uno scenario apocalittico, sembra propendere per la seconda possibilità, giacchè esiste una prerogativa dell’essere umano che, a suo avviso, non può essere duplicata e che sola detiene il segreto della nostra salvezza. Lascio il piacere di scoprire quale a chi vorrà avventurarsi tra le pagine di questo libro.
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