mercoledì 20 marzo 2013

Ercole de Angelis

L’anno scorso, quando ancora sul mio tablet c’erano pochissimi ebook, trovai su un gruppo facebook “Il sacro fuoco della regina”, di Ercole De Angelis.
Fu amore a prima vista, ricordo di averlo letto in poco più di una notte.
Conquistata dal modo di scrivere di questo autore, mi dedicai anche alla lettura di “Il segreto di Ambrise” e “Seven Deaths - Sette strane storie”. Oggi, finalmente, l’autore e` ospite del mio blog:



Ciao, benvenuto su “Blog in tour”. Vorresti parlarci un po’ del tuo ultimo lavoro, “Seven Deaths Sette strane storie”?

Ho iniziato a scrivere questi racconti con altri obiettivi, non certo per pubblicarli in una raccolta. Volevo misurarmi su un altro terreno. Volevo provare ad essere uno scrittore “vero”, uscendo da me stesso, usando un linguaggio non mio. Ho voluto esplorare altre prospettive, altre forme espressive, per esercizio e per provare a me stesso di esserne capace. Ogni racconto infatti ha le sue ragioni specifiche. Alcuni esempi: “Oltre il buio” ha un' esclusiva prospettiva sensoriale, il tatto, svolgendosi completamente al buio. “giorni qualunque” non doveva avere “un narratore attivo” la prospettiva del narrante doveva essere totalmente asettica, più fredda di una telecamera da documentario. “la leggenda del ragazzo che volava” invece doveva trasformare un volo onirico in realtà da toccare e da vivere. Quindi, riassumendo, ogni racconto ha il suo specifico perché. Il risultato mi è piaciuto e ho voluto condividerlo con voi.

Come mai, dopo due romanzi storici correlati da un’atmosfera di sottofondo quasi magica, sei passato ad una raccolta così attuale, realistica e disincantata?

Come ho già detto prima, principalmente per un senso di sfida, provare a me stesso di esserne capace. Mi stimolava molto l'idea di provare a disegnare con le parole una prospettiva psicologica più vicina all'uomo moderno. L'obiettivo era di stimolare la fantasia del lettore spaziando nel tempo e nei soggetti, cercando di non dare alcun punto di riferimento.

Seven Deaths è una raccolta di racconti; personalmente, quello che mi ha catturata di più è l’ultimo, che è anche il più lungo: hai pensato di scrivere un romanzo vero e proprio mantenendo questo tuo nuovo stile?

In realtà questo racconto faceva parte di un progetto più ampio ed ambizioso. Doveva far parte di una collana chiamata “Racconti italiani del terzo millennio”. Doveva parlare di questa Italia di oggi, smarrita e senza prospettive, avvitata su se stessa, guardandola da una punto di vista minimalista. Doveva essere una raccolta fatta da non-protagonisti da anti-eroi, da persone che di solito si definiscono insignificanti, tipo il vicino di casa, il pendolare che incontri tutti i giorni e che guardi di sfuggita. Per questa raccolta ho tre racconti iniziati nel cassetto, prima o poi li finirò...

Hai nuovi progetti per il futuro?

Ho in mente, visto che vanno tanto di moda i sequel, di scrivere un altra avventura di Filippo di Ambrise, il protagonista del Segreto di Ambrise. E di terminare i racconti del terzo millennio. …

E per concludere, la domanda che tutti stavano aspettando: perche` hai scelto di farti rappresentare da un mulo?

Tattaratatà!!!!!
Perché un asino come avatar ? Perché è evocativo della mia condizione di ignorante; quello che conosco e che so, è un infinitesimo rispetto a quello che vorrei conoscere. Scrivo libri e poesie, disegno, compongo, costruisco ma non sono uno scrittore, un poeta, un disegnatore, un musicista, né un falegname, nelle vita reale, quella che non fa sconti, sono un programmatore di computer. C'è poi, un'altra caratterista del mulo che sento mia, Il mulo è un umile lavoratore, ma, checché se ne dica, lavora per scelta, quando infatti, sceglie di non fare una cosa, nemmeno la violenza riesce a piegarlo. Io sono un anima libera! Scrivo perché scrivere ha qualcosa di magico, di razionale e di irrazionale insieme. Scrivendo si aprono orizzonti sconosciuti alla mente e ti incammini, laggiù, verso di loro, guidato dall'istinto, scoprendo ogni volta un qualcosa di nuovo da condividere che scriverai con le mani, con la mente e col cuore.

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