lunedì 1 aprile 2013

Ekang Man

Appassionato di antropologia culturale, Man Ekang si dedica allo studio dei costumi di alcune 
popolazioni native del Camerun. Dal suo interesse per la città di Torino e i suoi monumenti 
archeologici, nasce il suo romanzo “Laila Volpe e Evindi Mott - I trafficanti dell’ombra” che mette in rilievo gli aspetti mistici e fantastici di due popoli. 



“La giovane torinese Laila Volpe incontra Evindi Mott, alla lezione di antropologia culturale del 
professore Debrossac. L’incontro in apparenza casuale era in realtà voluto dal ragazzo africano nel 
quadro di una sua prova di iniziazione, nella società dei suonatori di Mvett. Ma dopo averlo sorpreso in flagrante, il professore Debrossac lo convincerà ad aiutarlo per ritrovare sua figlia scomparsa misteriosamente in Torino. Evindi Mott accantonerà successivamente i suoi primi progetti per Laila e, insieme al professore, aiuterà la ragazza a dare un taglio ai suoi incubi ricorrenti. In questo contesto, Laila conoscerà l’esistenza delle “monete del fato” e imparerà che la sfortuna non è nient’altro che il risultato di un’attenta manipolazione di certe entità, da parte di coloro che hanno la conoscenza di alcune leggi della natura. L'acquisizione di questo sapere da parte di Laila, scatenerà l’ira di coloro che tenevano un cospicuo traffico delle sue capacità intellettuali e delle sue chance. 

Come mai ci si riduce a vivere un’esistenza poco gratificante quando in realtà, sembravamo promessi ad un grande destino? 

Come mai un progetto che sembrava ben partito fallisce improvvisamente? 

Ecco il tipo di domande alle quali Laila riceverà una risposta non necessariamente razionale, ma 

sicuramente convincente.” 





Ciao, benvenuto su blog in tour!
Laila Volpe e Evindi Mott è il tuo primo romanzo? 


Sì, Laila Volpe e Evindi Mott – I trafficanti dell’ombra è il mio primo romanzo. Era da tanto che avevo un’idea in testa, ma mi mancava la voglia di metterla su carta.

Ho visto che, come la maggior parte degli autori che ospito su blog in tour, hai scelto di autopubblicarti: come mai questa scelta?

Devo ammettere che prima di auto-pubblicarmi, mi sono rivolto a qualche casa editrice e una di esse mi rispose solo dopo due settimane, dicendomi che l’opera non era male, ma non rientrava nei loro criteri. Dopo aver aspettato un paio di mesi che qualcun altro mi rispondesse, pensai che come sempre, mi mancava un po’ di fortuna. Ecco perché decisi di sfruttare senza più attendere, quell’opportunità unica che mi offriva l’autopubblicazione. E per chiunque avesse dei dubbi sulla validità della mia opera, ho deciso di mettere a disposizione tre capitoli scelti a caso del mio romanzo.

Per scrivere questo romanzo hai sfruttato il tuo interesse personale per la città di Torino e per i suoi monumenti. Leggendo la presentazione del romanzo, mi viene facile pensare che tu ti sia ispirato anche al fascino esoterico ed alle leggende che riguardano questa città... E' corretto? Hai interessi anche in questo campo? 

A parte il suo fascino esoterico e le leggende che le si sono costruite attorno, trovo che Torino sia una bellissima città che purtroppo, non viene messa abbastanza in valore. Per il romanzo, mi sono effettivamente ispirato ad alcuni monumenti della città che, a mio avviso, sono carichi di un simbolismo particolare dal punto di vista esoterico. Ho quindi usato alcuni di questi monumenti per parlare ad esempio, dell’argomento della sfortuna, di cui il libro tratta in parte. Inoltre, il mio personaggio africano, Evindi Mott, è originario della tribù Fang-Beti che sembra avesse origini egizie. Alcune tesi antropologiche e sociologiche tendono infatti a sottolineare che questo popolo fosse nato dall’esodo verso l’Africa centrale, di una casta di preti egizi, quando l’impero egizio iniziò a sgretolarsi. Ho pensato quindi, che non ci fosse altrà città al mondo che potesse permettere ad Evindi Mott di muoversi a suo agio in un ambiente occidentale come lo avrebbe fatto Torino.

Su questo mi trovi perfettamente d'accordo. Io vivo a Torino da qualche anno... Mi diresti qual'è il monumento che più ti ha colpito? 
Benché non sia il più imponente, l’altorilievo di Cristoforo Colombo in piazza Castello è quello che più mi ha colpito. A mio parere, è la prova vivente di quanto siano in molti quelli che si affidano alla fortuna, per realizzare i propri progetti.

Una cosa che mi ha incuriosita molto leggendo la sinossi del tuo romanzo: che cosa sono le “Monete del Fato”? 

Sono monete il cui valore non è finanziario ma opportunistico. Nel romanzo, le “Monete del Fato” sono di due tipi: quelle che permettono ai protagonisti di realizzare i propri progetti senza intoppi e, quelle che sono state truccate da alcune entità oscure per rubare il capitale di buona fortuna a coloro che si apprestano a sfruttare le proprie chance.

C'è un messaggio particolare che vorresti arrivasse a chi legge il tuo libro? 

Che nella vita non basta essere bravi nel proprio ambito o professione, per crescere. Bisogna anche saper sfruttare e preservare le proprie chance ed i propri talenti.

Ti ringrazio della disponibilità.

Di seguito, qualche link utile:

Sito personale dell'autore, con curiosità e anteprima gratuita del libro: http://manekanga.wix.com/lailavolpeevindimott

Link per acquistare:

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