Ricordo che quand'ero bambina non riuscivo a capire perché mia madre si affezionasse così tanto ai personaggi delle serie TV. A volte arrivava persino a piagnucolare se il tal personaggio si comportava male, altre volte si lanciava in vere e proprie sfuriate contro il regista che, infido, decideva che una coppia si sarebbe lasciata, o peggio, che qualcuno doveva morire.
Non capivo, non capivo e basta.
Io la televisione non l'amavo. Io amavo i libri.
Una volta raggiunta l'adolescenza, frequentando altri libro-maniaci, mi resi conto che ancora qualcosa mi sfuggiva: i miei amici, a modo loro, erano come mia madre con le sue adorate serie televisive. Come potevano apprezzare così tanto quei libri non autoconclusivi, a puntate, dove sembrava non ci fosse mai un vero finale? Come potevano amarli così tanto da dare di matto durante l'attesa che separa un volume dall'altro?
Poi un bel giorno ho capito.
Ho iniziato a leggere un libro "fantasy", tra l'altro prevenuta nei confronti di questo genere che consideravo da bambini, e mi sono sentita coinvolta a tal punto che finalmente ho capito. Perché leggendo quel libro meraviglioso, non mi sono limitata a ridere, piangere e viaggiare attraverso le parole scritte, ma per la prima volta ho capito cosa volesse dire affezionarsi davvero ai personaggi.
Volevo sapere di più.
Volevo saperne ancora.
Mi chiedevo, paradossalmente, cosa quei personaggi stessero facendo in quel momento.
Ero davvero FELICE che la storia avesse un seguito, sentivo di volerne leggere altri cento, altri mille, di quei libri. Volevo che mi accompagnassero per tutta la vita, volevo che quei personaggi fossero con me ovunque.
"É perché quei personaggi hanno un'anima" mi ha detto un'amica, anche lei reduce dalla lettura del primo volume di Nuova Galatia.
Già.
Hanno un'anima, nulla da ridire.
Ed è per me qualcosa di bello e di incomprensibile allo stesso tempo.
Ricordo, un mesetto fa, una discussione su un gruppo Facebook, un gruppo per autori e aspiranti tali. Si parlava di esempi da seguire, e tra nomi grossi e grossissimi, io ho menzionato Mara Fontana: perché se mai riuscirò a dare anch'io questa cosa chiamata "anima" ai miei personaggi, allora saprò di aver raggiunto un traguardo meraviglioso.
Purtroppo ho avuto l'impressione che il nome da me citato sia stato completamente ignorato dai presenti... E mi sono accorta di una cosa, che già in realtà sospettavo: questa autrice non è abbastanza conosciuta. E forse a lei non frega nulla, ma a me sì: perché se non siete mai riusciti ad innamorarvi di un personaggio di fantasia, vi state perdendo qualcosa :), dico davvero. E forse leggere "Nuova Galatia Saga" può fare per voi lo stesso miracolo che ha fatto per me.
Per saperne di più:
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