lunedì 24 febbraio 2014

Ubique


Ubique


di Umberto Visani
Formato Kindle, circa 166 pagine



Un blogger di mezza età ritiratosi a vivere in una roulotte nel deserto dell'Arizona vede irrompere l'inaspettato nella sua esistenza: ritrova, un mattino, di fronte alla porta della roulotte, un cadavere. Sopra, un foglio, su cui campeggia una frase assai criptica, e un quotidiano del Maine con evidenziati alcuni annunci di case in affitto.
La rimozione del corpo ad opera di un sedicente team della scientifica e altri eventi inquietanti inducono il protagonista a interessarsi al Maine e a coltivare l'idea di affittare proprio lì una casa. 
Il viaggio di quasi 3000 miglia dall'Arizona al Maine è ricco di incontri con vari personaggi, alcuni dei quali piuttosto ambigui.
Dopo aver preso in affitto una casa a Passadumkeag, nel Maine, il protagonista inizia una nuova vita, desideroso di lasciarsi alle spalle le ombre minacciose che sembravano essersi addensate sulla sua vita.

Ma il suo sogno di vivere in pace viene presto infranto, così come tutte le spiegazioni convenzionali cui cercava di appigliarsi vengono fugate da una scoperta terrificante, che gli paleserà con forza inaudita una terribile verità.




Ciao Umberto, benvenuto su blog in tour!
Prima di tutto ti faccio i complimenti per il libro, vedo che sul web se ne parla bene. Quella di autopubblicarti è stata una scelta?

Ciao Noemi, grazie mille per i complimenti e lo spazio che mi dai sul tuo blog. Sì, quella di autopubblicarmi è stata una scelta. Infatti, pur avendo già pubblicato un saggio nel 2012, tuttavia nel campo della narrativa noto come sia molto più arduo riuscire a trovare uno sbocco editoriale classico. Per questo, dopo oltre un anno di attesa, ho deciso che era ora di fare uscire il romanzo e mi sono quindi autopubblicato con Amazon kindle.

Vedo che il tuo libro è in vendita già da un po' di tempo: che idea ti sei fatto della pubblicazione indipendente?

Penso che quello della pubblicazione indipendente sia un mondo molto più aperto, libero e corretto rispetto a quello dell'editoria tradizionale, un mondo in cui "only the fittest" si fanno strada, lontano quindi dalle meccaniche che, al contrario, spesso caratterizzano l'editoria classica nella quale, invece, i motivi che spingono alla pubblicazione di un'opera sono molto spesso totalmente estranei alla bellezza della medesima.

La trama del tuo libro sembra intrigante: il tema del viaggio che il protagonista decide di affrontare, è solo di sfondo, o c'è qualcosa di più?

Il viaggio rappresenta un momento molto importante per il protagonista. Egli è in fuga da una realtà sempre più irreale e piena di eventi inspiegabili che lo spingono a fuggire. Come ogni viaggio, è un viaggio da A a B, ma egli scoprirà pian piano che, molto probabilmente, si è trattato di un viaggio "da A ad A".


Quanto c'è di te nel tuo protagonista?

Tutto. Ubique, infatti, è altamente autobiografico: tutto quello che fa Gianni Luongo, il protagonista dell'opera, avrebbe potuto essere fatto da me, in quanto Gianni Luongo è il mio alter ego, nella finzione romanzesca. Non solo. Il viaggio che Gianni Luongo compie dall'Ovest all'Est degli Stati Uniti è una sommatoria dei miei viaggi familiari condotti in quel Paese e alcuni luoghi - e anche alcuni incontri - sono riprodotti in forma talora diretta talaltra traslata. Per non parlare, inoltre, di tutta una serie di elementi culturali e valoriali che fanno del libro non una mera vicenda di fiction, ma un lungo viaggio attraverso me stesso, una dichiarazione d'amore nei riguardi di una gioventù e di un percorso culturale, identitario ed esperienziale.

Quando scrivi, preferisci ispirarti a situazioni e personaggi che incontri nella vita di tutti i giorni, oppure ti rifai a quel che l'arte letteraria ha da offrirti, o ancora, preferisci lavorare completamente di fantasia?

Per quanto riguarda i personaggi, mi ispiro esclusivamente a soggetti incontrati nella realtà. Mi basta uno sguardo, un'espressione, una parola detta (e, soprattutto, il modo in cui viene detta), una linea di dialogo, un'abitudine, un tic... tutto viene fissato nei miei ricordi in maniera scrupolosa, per poi riemergere, in modo a volte fedele a volte leggermente rielaborato, in forma scritta.

Qual è il tuo autore preferito e quanto credi abbia influenzato il tuo modo di scrivere?

H.P. Lovecraft. Adoro la sua capacità di scrivere opere raccontate in prima persona, in grado di coinvolgerti in maniera assoluta e di farti immergere nei pensieri e nelle manie del protagonista. In ciò lo stile autobiografico di Ubique richiama volutamente Lovecraft, in modo da generare un crescendo di ansia, mistero e paura. Non posso non citare anche il regista David Lynch: le sue atmosfere oniriche, la struttura "mistery" di molte sue opere, spesso utilizzata per celare altre realtà sono aspetti che mi hanno fortemente influenzato... in questo senso anche Ubique inizia in maniera più "classica" per poi prendere strade diverse e... perdute.

Ti ringrazio per l'intervista. Se hai ancora qualcosa da dire è il momento di farlo ;)

Grazie a te Noemi!

Biografia:

Umberto Visani nasce a Torino nel 1983. Laureato cum laude presso la Facoltà di Giurisprudenza all'Università degli Studi di Torino con una tesi in Diritto processuale penale comparato sulla legislazione antiterrorismo negli Stati Uniti, fin dall'adolescenza si interessa di ufologia, archeologia misteriosa, antropologia, tradizioni e criptozoologia. Collaboratore di numerose riviste specializzate, tra cui "Open Minds Magazine", "The Ufologist Australia", "Ufo International Magazine" e "Mistero Magazine", dal 2010 è ospite di varie puntate della trasmissione televisiva Mistero in onda su Italia 1. Nel 2012 ha pubblicato, con Arethusa Edizioni, il saggio "Mondo Alieno: Ufo ed extraterrestri nella storia dell'umanità".


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